Non vogliono essere chiamati “no vax”, ma “free vax”, e la differenza non è da poco.
Sono le associazioni ed i comitati favorevoli ad una vaccinazione libera e consapevole, e dunque contrari al “Decreto Lorenzin”, che invece prevede 12 vaccini obbligatori e di massa per tutti.
Hanno già fatto sentire la loro voce con decine di raduni sparsi per la Penisola, ai quali la stampa ha dato poco risalto. Per l’11 giugno hanno programmato a Roma una manifestazione nazionale (appuntamento alle 13 in piazza Bocca della Verità), a cura del “coordinamento nazionale per la libertà di scelta”.
Invitano a partecipare tutti i genitori, anche e soprattutto quelli mai sfiorati dal dubbio che l’attuale sistema di vaccinazione – ed ancor più quello prefigurato dal nuovo Decreto – pone tanti interrogativi al momento irrisolti, che si traducono in rischi a carico dei nostri figli.
La maggioranza al momento non ha dubbi, perché l’informazione di massa tende a rassicurare, senza quasi mai affrontare il merito dei problemi. Ecco, dunque, alcuni degli obiettivi che si pongono i “free vax”.
- Informazione diffusa.
Soltanto in seguito ad una precisa e circostanziata richiesta della Procura di Torino, l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha recentemente reso noti i dati delle reazioni avverse ai vaccini negli anni 2014, 2015 e 2016. Da tale rapporto, consegnato dal Codacons al Capo dello Stato ed al Presidente della Repubblica il 30 maggio scorso, emergono 8.873 segnalazioni di sospette reazioni a vaccini nel 2014 e 3.772 nel 2015.
Il tutto in un sistema di farmacovigilanza che prevede solo dall’aprile 2015 l’obbligo per i medici di segnalare tali casi sospetti (art. 22, D.M. Salute 30 aprile 2015).
E’ evidente che, senza conoscere i dati, non si può essere liberi di scegliere.
- Indagini prevaccinali.
Al momento, il sistema sanitario non offre un protocollo di analisi preventive da far eseguire ai piccoli, che possa azzerare o comunque limitare i rischi di reazioni avverse.
Si tratta di una misura indispensabile, per valutare se il sistema immunitario di ogni singolo bambino sia in grado di tollerare la somministrazione del vaccino.
- Reintroduzione dei vaccini singoli.
I vaccini polivalenti sono stati introdotti ormai da decenni, soprattutto al fine di ridurre il numero di iniezioni da praticare ai bambini, ma anche di contenere i costi della sanità connessi a conservazione e somministrazione dei vaccini stessi. Tuttavia, proprio in relazione a tali combinazioni si sono verificati alcuni dei casi più discussi, che hanno portato anche all’accertamento giudiziale di danni gravi riportati da bambini. Inoltre, i polivalenti hanno spesso costituito un mezzo per rendere di fatto obbligatorie vaccinazioni sosltanto facoltative. Proprio per tale motivo, in Francia il Consiglio di Stato, in base ad una petizione popolare che aveva raccolto più di un milione di firme, ha recentemente ordinato al Ministero della Salute di rendere disponibili i soli vaccini obbligatori senza combinazione con altri vaccini. (http://www.freedompress.cc/francia-svolta-vaccini-il-consiglio-di-stato-ordina-al-ministero-della-salute-di-rendere-disponibili-il-dtp-senza-combinazione-di-altri-vaccini/).
- Innalzare l’età delle vaccinazioni.
Il “calendario vaccinale” prevede oggi l’inizio delle vaccinazioni (con l’esavalente) a partire dal terzo mese di età del neonato. Al riguardo, una parte della comunità scientifica suggerisce uno spostamento in avanti, per far sì che il sistema immunitario del bambino sia più maturo per subirne gli effetti. Addirittura, vi sono nella letteratura medica studi che riconnettono la “sids” (“morte in culla”) alla vaccinazione troppo precoce
Nessun commento:
Posta un commento